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Smartworking e salute mentale: tra benessere e nuove sfide

  • Immagine del redattore: Carlo Trionfi
    Carlo Trionfi
  • 9 giu
  • Tempo di lettura: 2 min

Negli ultimi anni, il fenomeno dello smartworking ha vissuto una crescita esponenziale, spinto inizialmente dall’emergenza sanitaria e poi consolidato come una nuova modalità organizzativa. Se da un lato lo smartworking ha portato vantaggi significativi in termini di flessibilità, riduzione degli spostamenti e maggiore autonomia, dall’altro ha sollevato interrogativi importanti sulla salute mentale dei lavoratori.

 

I benefici dello smartworking sulla salute mentale

Lavorare da casa può offrire numerosi vantaggi:

  • Migliore equilibrio vita-lavoro: Eliminando il pendolarismo e offrendo orari più flessibili, lo smartworking consente di dedicare più tempo alla famiglia, agli hobby e al riposo.

  • Riduzione dello stress da ambiente lavorativo: Per alcune persone, allontanarsi da dinamiche tossiche in ufficio (come micro-management, gossip o rumori molesti) rappresenta un sollievo.

  • Maggiore autonomia e responsabilizzazione: La possibilità di organizzare il proprio lavoro favorisce il senso di controllo e la motivazione intrinseca.

 

I rischi psicologici dello smartworking

Nonostante i vantaggi, lo smartworking può comportare conseguenze negative sulla salute mentale, soprattutto se gestito in modo inadeguato:

  • Isolamento sociale: L’assenza di contatti diretti con colleghi e superiori può generare solitudine, senso di esclusione e perdita di appartenenza all’organizzazione.

  • Difficoltà nel porre limiti: Lavorare nello stesso luogo in cui si vive può portare a una sovrapposizione tra vita personale e lavorativa, causando burnout, insonnia e difficoltà a “staccare”.

  • Sovraccarico informatico: L’uso continuo di strumenti digitali (email, videoconferenze, chat) può risultare estenuante andando ad impattare anche sulla salute fisica.

 

Strategie per tutelare il benessere psicologico

Per rendere lo smartworking sostenibile nel tempo, è fondamentale adottare alcune buone pratiche:

  1. Creare una routine strutturata: Mantenere orari regolari, prevedere pause e momenti di decompressione è essenziale.

  2. Allestire uno spazio di lavoro separato: Anche una semplice scrivania dedicata può aiutare a delimitare mentalmente il tempo lavorativo da quello personale.

  3. Favorire la connessione sociale: Riunioni periodiche, attività di team building virtuale e momenti informali aiutano a mantenere viva la relazione tra colleghi.

  4. Formazione manageriale: I leader devono essere formati per gestire team da remoto con empatia, chiarezza e attenzione alla salute mentale.

  5. Accesso al supporto psicologico: Offrire servizi di counseling aziendale o convenzioni con psicologi può fare la differenza.

 

Conclusioni

Lo smartworking rappresenta una trasformazione profonda del mondo del lavoro, con potenzialità enormi ma anche rischi reali per il benessere psicologico. La chiave per un lavoro agile efficace e salutare risiede in un equilibrio dinamico tra autonomia e connessione, flessibilità e struttura. Investire nella salute mentale dei lavoratori, in questo nuovo contesto è una necessità strategica per il futuro delle organizzazioni.

 


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